La diastasi addominale, o diastasi dei retti addominali, è tecnicamente un’eccessiva separazione dei ventri mediali dei muscoli retti dell’addome tra di loro in corrispondenza della linea mediana o linea alba.
In pratica consiste nel distacco del muscolo retto addominale di sinistra da quello di destra;tale disturbo è particolarmente presente nelle donne in stato di gravidanza e nei neonati.
Nelle donne incinte, la diastasi si può verificare già nella prima gravidanza o più frequentemente nelle pluripare o nelle gravidanze gemellari e la causa è da ricercarsi nello sfiancamento dei muscoli retti addominali che si oppongono all’aumento della pressione endoaddominale causata dall’utero che si ingrandisce.
Come un elastico che se eccessivamente stirato perde la sua capacità di ritornare alla lunghezza iniziale, così i muscoli retti dell’ addome non riescono a ritornare accollati tra di loro sagittalmente dopo tanti mesi di stiramento e restano più o meno separati causando una mancata continenza centrale, per l’allontanamento dei loro ventri mediali, e quindi aumenta la capacità di sventramento o ernie per aree di debolezza della parete addominale che non riesce a contenere la pressione interna dell’addome.
Nel caso dei neonati, tale condizione è causata da un incompleto sviluppo del muscolo che nel neonato o nel bambino non riesce ad avere lo spessore e lo sviluppo necessario a garantire la funzione di contenimento normalmente rappresentata dalla parete addominale.
In questo articolo assieme al Dott. Pietro campione, tra i migliori chirurghi per l’intervento di addominoplastica, vediamo cos’è la diastasi addominale, quali sono le cause, i sintomi e le possibili soluzioni.
Se hai bisogno di effettuare un intervento di addominoplastica per eliminare l’addome pendulo e un’eccessiva quantità di pelle in eccesso puoi rivolgerti al dott. Pietro Campione. È possibile prendere appuntamento contattando il numero +39 0574584453 o al +39 351 9772175, o inviando una richiesta via email a pietrocampione@gmail.com.
Indice
I segni della diastasi addominale
Il segnale che caratterizza la diastasi addominale è la presenza di una rilevatezza, evidente in senso longitudinale, localizzata tra l’ombelico e lo sterno, che è particolarmente evidente quando si esercita una pressione nell’addome, come quando si contraggono gli addominali.
Che cos’è il muscolo retto addominale
Il muscolo retto addominale è uno dei più importanti muscoli che si trovano nella parete addominale anteriore; trattandosi di un organo pari, è presente nella porzione destra e sinistra dell’addome.
Il muscolo retto addominale di sinistra è separato da quello di destra dalla linea mediana, che è una sottile striscia di tessuto connettivo completamente priva di vascolarizzazione e dell’innervazione, che presenta uno sviluppo longitudinale dallo sterno al pube.
Che cos’è la diastasi addominale
La diastasi addominale, nota come diastasi dei retti addominali, consiste nella separazione del muscolo retto addominale di sinistra da quello di destra, con una distanza di almeno 27 millimetri.
Tale condizione è presente soprattutto nelle donne gravide e nei neonati.
Durante il periodo della gestazione, l’organismo femminile subisce numerosi mutamenti fisiologici, prodotti dal progressivo aumento di volume dell’embrione contenuto all’interno dell’utero.
Lo stiramento continuo delle pareti uterine comporta un progressivo aumento della pressione interna addominale: quando tale fenomeno assume proporzioni particolarmente evidenti, come conseguenza si verifica la separazione tra retto addominale di destra e di sinistra.
Classificazione della diastasi addominale
La diastasi addominale viene classificata in base alla lunghezza del distacco tra il muscolo retto addominale di sinista e il muscolo retto addomianale di destra.
- diastasi di grado lieve: inferiore a 3 centimetri;
- diastasi di grado moderato: tra i 3 e i 5 centimetri;
- diastasi di grado severo: maggiore a 5 centimetri.
Cause della Diastasi
La diastasi addominale, una problematica che incide sulla salute e sul benessere di molte persone, è determinata da vari fattori. Questo capitolo esplorerà in profondità le cause più frequenti, offrendo una visione chiara di come e perché questo disturbo si manifesti.
- Gravidanza: La gravidanza emerge come uno dei principali fattori scatenanti la diastasi addominale. Durante il terzo trimestre, circa il 66% delle gestanti mostra segni di diastasi, e questa condizione persiste nel 30-60% delle donne anche dopo il parto. Il rischio e la gravità della diastasi tendono ad aumentare con gravidanze multiple o gemellari, evidenziando un legame diretto tra il numero di gravidanze e l’entità del problema. Le donne che hanno mantenuto un’attività fisica regolare prima e durante la gravidanza si trovano particolarmente a rischio. La chirurgia, quando necessaria, è consigliata al più presto possibile, con tecniche che non precludano la possibilità di future gravidanze.
- Eccesso di attività fisica: Un’altra causa significativa è rappresentata dall’eccesso di attività fisica, specialmente se non adeguatamente monitorata. Gli sport e gli esercizi che implicano un sovraccarico dei muscoli retti e della linea alba possono portare alla lacerazione di questi tessuti e alla conseguente diastasi. Anche una dieta non equilibrata durante l’attività sportiva può contribuire allo sviluppo di questo disturbo, sottolineando l’importanza di un approccio olistico alla salute fisica.
- Aumento di peso e obesità: L’aumento progressivo del peso corporeo gioca un ruolo critico nello sviluppo della diastasi addominale. Questa condizione causa una distensione continua della muscolatura addominale, trasformando la linea alba in una struttura meno capace di contenere i visceri addominali. Sia l’aumento ponderale cronico che quello intermittente possono indurre modificazioni anatomiche e funzionali nella parete addominale, evidenziando l’importanza del mantenimento di un peso corporeo sano.
- Genetica e familiarità: Anche la predisposizione genetica ha un ruolo non trascurabile. Le condizioni legate a una cattiva qualità del collagene, per esempio, possono predisporre all’insorgenza della diastasi addominale. Questo aspetto sottolinea l’importanza di considerare la storia familiare e le condizioni genetiche nella valutazione del rischio personale.
- Età avanzata: L’avanzare dell’età porta con sé una naturale diminuzione dell’elasticità tissutale, contribuendo allo sviluppo della diastasi. La lassità dei tessuti che accompagna l’invecchiamento può facilitare la separazione dei muscoli addominali, rendendo le persone più anziane particolarmente vulnerabili a questa condizione.
Fattori di rischio nelle donne incinte
Il significato della diastasi è quindi quello di determinare un allontanamento tra le due porzioni del muscolo retto addominale.
Tra i fattori di rischio ci sono:
- un elevato peso del feto;
- una gravidanza gemellare;
- altre precedenti gravidanze (pluriparità);
- età superiore ai 35 anni;
- aumento di peso eccessivo;
Fattori di rischio nei neonati
Nei neonati, la causa che provoca la diastasi dei muscoli retti è ricollegabile all’insufficiente sviluppo del muscolo retto addominale, che provoca l’impossibilità di avvicinamento tra le due componenti muscolari destra e sinistra a livello della linea di separazione.
Tra i principali fattori di rischio, sono da menzionare una nascita prematura e l’appartenenza etnica alla razza afroamericana.
Se non trattato in maniera adeguata, questo disturbo nel neonato può portare all’insorgenza di un’ernia ventrale o ombelicale, accompagnata da arrossamento a livello della parete addominale, dolore e sensazione di pesantezza.
Quali sono i sintomi della diastasi addominale
Il sintomo più caratteristico della diastasi addominale è la presenza di una cresta rilevata e sporgente a livello della linea alba, che si estende dall’ombelico alla zona dello sterno, e che è particolarmente evidente per la conseguente tensione muscolare a livello dei muscoli addominali.
Come riconoscerla
In presenza di diastasi addominale, come riconoscerla diventa possibile nei neonati in quanto la cresta è particolarmente visibile quando il soggetto prova a mettersi seduto.
In questa condizione si verifica un rilassamento della parete addominale che consente di palpare agevolmente i bordi del retto addominale, evidenziando quindi la presenza della diastasi.
Al contrario, in presenza di addome contratto tale palpazione non è possibile, e quindi diventa difficile riconoscere la presenza di diastasi addominale.
Nella donna incinta, la cresta che dipende dalla diastasi addominale, risulta poco visibile durante i primi trimestri di gestazione, mentre diventa particolarmente evidente nell’ultimo trimestre.
Nei primi mesi di gestazione tale rilievo è visibile unicamente come un surplus di pelle non particolarmente sporgente.
Al termine della gravidanza, invece, si presenta come una vera e propria escrescenza dovuta all’estrusione del muscolo retto addominale, che viene spinto all’esterno dalla parete uterina e che riesce a fuoriuscire attraverso una fessura lungo la linea alba.
Diagnosi
La diagnosi della diastasi addominale viene effettuata unicamente attraverso un esame clinico obiettivo, costituito da specifiche manovre diagnostiche che il medico deve effettuare per verificarne la presenza.
Qualora sussistano incertezze è necessario ricorrere ad un’ecografia della parete addominale con studio dei muscoli retti.
Riconoscere la diastasi addominale dopo il parto
Dopo il parto, riconoscere la diastasi addominale richiede attenzione a specifici segnali del corpo. Di seguito, un elenco dettagliato dei sintomi e segni per aiutare a identificarla:
- Separazione muscolare palpabile: Subito dopo il parto, è comune avvertire una distanza tra le due fasce muscolari addominali, particolarmente evidente al tatto.
- Rigonfiamento addominale: Un segno distintivo è il rigonfiamento dell’addome, soprattutto durante sforzi fisici, che indica la separazione dei muscoli.
- Dolore addominale: dolore nell’area addominale possono segnalare la presenza di diastasi.
- Incontinenza urinaria: La pressione sul pavimento pelvico, risultante dalla separazione muscolare, può causare problemi di controllo della vescica.
- Dolori alla schiena o al bacino: Il cambiamento nella struttura e nel supporto addominale può portare a dolore nella zona lombare o pelvica.
- Difficoltà digestive: Problemi digestivi possono manifestarsi a causa della ridotta stabilità e supporto offerto dalla parete addominale.
- Potenziale ernia ombelicale: In alcuni casi, la diastasi addominale può essere accompagnata o complicata dalla presenza di un’ernia ombelicale.
Prevenire la diastasi addominale dopo il parto è possibile?
Quando ci si confronta con la possibilità di sviluppare una diastasi addominale dopo il parto, la prevenzione riveste un ruolo cruciale nel mantenere la salute e l’integrità del corpo. Ma in cosa consiste esattamente questa prevenzione?
Per prevenire la diastasi addominale, è fondamentale adottare una serie di misure che includono esercizi di riabilitazione mirati, da eseguire a distanza di alcune settimane dalla nascita del bambino. Gli specialisti della gravidanza sono in grado di consigliare i migliori esercizi da svolgere, adattandoli alle esigenze specifiche di ciascuna persona.
È importante sottolineare che non bisogna iniziare precocemente gli esercizi di riabilitazione, poiché ciò potrebbe peggiorare le caratteristiche della diastasi addominale. Inoltre, è fondamentale evitare l’autotrattamento, poiché ciò potrebbe comportare rischi per la salute.
L’obesità e la lassità muscolare rappresentano due fattori di rischio significativi per lo sviluppo della diastasi addominale. Pertanto, l’attenzione deve essere concentrata sull’ottimizzazione del funzionamento della muscolatura addominale e sull’aumento dell’attività aerobica al fine di favorire la perdita di massa grassa.
Un aspetto importante da considerare è il ruolo del perineo in presenza di un aumento della pressione addominale. Il perineo svolge un ruolo fondamentale nel contenimento degli organi addominali e nella regolazione delle funzioni urinarie e intestinali.
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Terapia
Nelle donne in stato di gravidanza, la diastasi addominale solitamente non richiede alcun intervento, in quanto tende a risolversi spontaneamente.
Gli unici casi in cui è necessario prendere provvedimenti sono riferibili a donne con storia di numerose gravidanze pregresse, in questo caso è spesso necessario procedere alla sutura dei ventri mediali dei muscoli retti lungo la linea alba, procedura chiamata sintesi dei muscoli retti dell’addome.
In casi particolarmente gravi è indispensabile ricorrere ad un intervento chirurgico consistente in un addominoplastica: si tratta di un intervento chirurgico in cui si elimina la pelle in eccesso e si procede alla sutura dei muscoli retti, ripristinando così un addome piatto e continente.
L’eventualità di una diastasi addominale post parto è poco comune, in quanto solitamente il problema non sussiste oltre le otto settimane, tendendo ad un’evoluzione positiva.
Nel neonato, di solito si tende ad aspettare che la diastasi addominale si risolva spontaneamente, senza attuare alcun tipo di trattamento, tranne che in particolari casi in cui compaia un’ernia ventrale od ombelicale.
Si tratta comunque di eventi eccezionali poiché questo disturbo tende a risolversi spontaneamente.
Diastasi addominale nell’uomo
La diastasi dei retti addominali nell’uomo è solitamente correlabile alla pratica di attività sportive particolarmente impegnative.
Si tratta di un disturbo poco conosciuto dalla maggioranza dei soggetti maschili, in quanto è decisamente più frequente nelle donne che hanno portato avanti una o più gravidanze.
Nonostante la sintomatologia di questo disturbo non sia molto evidente né limitante per la vita di un uomo, può causare problemi di notevole gravità qualora venga trascurata, in quanto facilmente evolve in ernia addominale.
La strategia di primo intervento in caso di diastasi addominale maschile è la prevenzione, che consiste nell’utilizzo di pancere o altre fasce contenitive durante le pratiche sportive.
Perché si verifica la diastasi addominale nell’uomo
L’addome è costituito da quattro principali muscoli che sono:
- trasverso dell’addome;
- retto dell’addome;
- obliquo esterno;
- obliquo interno.
Il retto dell’addome è costituito da un fascio muscolare molto spesso che si estende dalla pelvi alla gabbia toracica, ai lati della linea alba.
La sua attività è strettamente collegata alla funzione respiratoria.
Il trasverso dell’addome è quello situato più in profondità e avvolge quasi completamente la cavità addominale; anche la sua attività è coinvolta nella respirazione.
L’obliquo interno e l’obliquo esterno si inseriscono a livello della gabbia toracica e la loro azione si ricollega allo spostamento delle costole.
Durante la pratica sportiva, qualora l’addome sia sottoposto a fenomeni di sovraccarico, avvengono alcune modificazioni funzionali dei muscoli, che devono sopperire agli eventi biomeccanici conseguenti all’attività motoria.
Qualora la muscolatura funzioni in maniera fisiologica, si verifica una buona tenuta addominale, che garantisce il corretto funzionamento di organi ed apparati.
Al contrario lo sforzo sostenuto dalle fibre muscolari sia eccessivo e comunque superiore alla loro funzionalità, si può creare una pressione intra-addominale che altera il corretto funzionamento dei muscoli, andando a modificare la dinamicità delle fibre ed indebolendo la loro struttura anatomica.
In casi particolari, può instaurarsi la diastasi dei retti addominali, caratterizzata da una protrusione lungo la linea alba, provocata da un’eccessiva pressione addominale.
Tale condizione si verifica nell’uomo quando la parete addominale si trova in uno stato di lassità generalizzata, accompagnato da un graduale indebolimento della linea alba.
Per essere tale, la diastasi deve presentare una distanza di almeno 22 millimetri tra i due muscoli retti addominali.
I sintomi caratteristici di questo disturbo sono analoghi a quelli dell’ernia addominale, e comprendono principalmente dolorabilità alla schiena ed alcune limitazioni di movimento.
I soggetti più esposti al rischio di sviluppare tale condizione sono quelli che praticano attività sportiva estrema come il sollevamento pesi o il culturismo (body building).
Quali sono le terapie per la diastasi addominale maschile
Inizialmente i primi approcci terapeutici per affrontare in maniera corretta tale disturbo sono relativi alla ginnastica posturale, che comprende esercizi studiati appositamente per tale scopo e che devono essere eseguiti sotto un attento e costante monitoraggio da parte di personale specializzato come fisioterapisti o fisiatri.
Secondo molti studi clinici, la rieducazione posturale svolge un ruolo di primaria importanza per un approccio terapeutico di primo intervento in caso di diastasi addominale di grado medio o moderato, quando cioè non si configuri la necessità di ricorrere ad un intervento di sintesi dei retti addominali.
Complicanze
Le complicanze della diastasi addominale non trattata possono essere diverse e significative. Di seguito è presentato un elenco dettagliato delle principali complicazioni che possono insorgere:
- Ernie ombelicali e epigastriche: Queste rappresentano le forme più comuni di ernia che si manifestano a seguito della diastasi, con un’incidenza maggiore in corrispondenza della linea mediana aponeurotica.
- Ernie multiple “Swiss Cheese“: Si tratta di una condizione caratterizzata dalla presenza di molteplici forami sulla superficie aponeurotica mediana, risultato della diastasi dei muscoli retti. Questo scenario richiede spesso un intervento chirurgico complesso per il ripristino dell’integrità della parete addominale.
- Laparocele: Questa complicanza si verifica in seguito al cedimento della sutura mediana dopo un intervento chirurgico addominale, specialmente quando la diastasi non è stata adeguatamente trattata mediante la sutura diretta dei muscoli retti.
- Lacerazione dei muscoli retti e della lamina aponeurotica: La continua trazione e sfibratura possono portare a una lacerazione del tessuto, complicando ulteriormente la situazione e potenzialmente rendendo più difficili gli interventi chirurgici futuri.
- Disabilità psicologica: L’aspetto dell’addome “a botte”, simile a quello di una gravidanza avanzata, può avere un impatto negativo sull’autostima e sul benessere emotivo dell’individuo.
- Disabilità fisica: Le persone affette possono incontrare difficoltà nelle attività quotidiane, negli esercizi fisici, nello sport, e in altre attività che richiedono l’uso del torchio addominale, come l’evacuazione.
- Modificazioni della postura del corpo: La diastasi può portare a cambiamenti nella postura, che a loro volta possono causare o esacerbare il dolore vertebrale e lombare, evidenziando la necessità di un approccio olistico nella gestione della condizione.
In che cosa consiste l’intervento di addominoplastica con sintesi dei muscoli retti dell’addome.
L’approccio più risolutivo alla diastasi addominale è rappresentato dall’intervento chirurgico ai retti addominali.
Partendo dal presupposto che si tratta di una patologia degenerativa che non deve essere considerata unicamente dal punto di vista estetico, ma anche organico, risulta necessario rivolgersi ad un chirurgo plastico che dopo un’attenta anamnesi sia in grado di indirizzare il paziente verso un intervento denominato addominoplastica.
L’addominoplastica consiste in un intervento di chirurgia estetica che ha l’obiettivo di migliorare l’aspetto dell’addome eliminando il problema della diastasi addominale.
Solitamente tale intervento prevede un’incisione orizzontale al disotto degli slip che rimarrà sempre nascosta dagli indumenti intimi in quanto verrà praticata molto in basso vicino al pube.
Attraverso tale incisione sarà possibile:
- asportare la pelle in eccesso rendendo all’addome un aspetto più piatto;
- ricostruire ernie addominali posizionando protesi a rete per chiudere eventuali porte erniarie;
- accollare i muscoli retti dell’addome allontanatisi dalla linea centrale;
- ricostruire e riposizionare l’ombelico.
Il risultato di tale intervento sarà permanente, generalmente la durata dell’intervento è di 2-3 ore e viene effettuato in anestesia generale; al termine dell’operazione si devono mantenere due drenaggi in aspirazione che consentono di non far accumulare nella zona operata troppi liquidi, garantendo un buon collabimento dei tessuti scollati e riposizionati.
Tali drenaggi vengono rimossi in ambulatorio dopo due o tre giorni.
Sarà consigliato ai pazienti operati di mantenere i primi 3-5 giorni una posizione semiseduta,, in modo da non determinare troppa tensione sulla cicatrice chirurgica. I punti utilizzati per la sutura della cute sono sempre riassorbibili, perciò non si dovranno rimuovere, ma sarà il nostro organismo a riassorbirli nei mesi successivi.
Dopo un’addominoplastica si deve portare una pancera contenitiva a doppio velcro per circa un mese.
La prima settimana si consiglia ai pazienti di lavarsi a zone in modo da non bagnare la ferita chirurgica, e le docce saranno possibili dopo una settimana dall’intervento, dopo i normali controlli post operatori.
Si devono effettuare in previsione di tale intervento esami del sangue e diagnostici per valutare l’idoneità del paziente a tale intervento.
Si sconsiglia l’addominoplastica a forti fumatori e diabetici per le complicanze che possono comportare sulla vascolarizzazione terminale e quindi sui possibili rischi di necrosi che il fumo ed il diabete comportano.
La cicatrice chirurgica andrà protetta dai raggi del sole nel primo anno, mediante creme con schermo totale.
A chi rivolgersi per correggere la diastasi addominale
Per curare la diastasi addominale, è fondamentale rivolgersi a uno specialista esperto e qualificato. Il Dott. Pietro Campione si presenta come un punto di riferimento in questo campo, con una specializzazione mirata al trattamento di tale condizione.
Grazie alla sua esperienza e competenza, offre soluzioni personalizzate che tengono conto delle esigenze specifiche di ogni paziente.
La sua pratica si basa su un approccio attento e su tecniche aggiornate, puntando a risultati efficaci sia dal punto di vista funzionale che estetico. Per chi cerca un supporto qualificato nella gestione della diastasi addominale, il Dott. Campione rappresenta una scelta affidabile.
Per coloro che desiderano risolvere il problema della diastasi addominale con l’aiuto di un chirurgo plastico di fiducia, il Dott. Pietro Campione effettua visite a Prato e Firenze. È possibile prendere appuntamento contattando il numero +39 0574584453 o al +39 351 9772175, o inviando una richiesta via email a pietrocampione@gmail.com.